Cos'è il Neurofeedback
Il neurofeedback è una forma specializzata di biofeedback che si concentra sull’attività cerebrale e rappresenta un approccio avanzato nell’ottimizzazione del funzionamento del cervello. Questa pratica si basa sull’idea che l’autoregolazione delle onde cerebrali può influenzare positivamente la salute mentale e il benessere psicologico.
Come funziona
Il neurofeedback, noto anche come elettroencefalografia (EEG) biofeedback, coinvolge la misurazione delle onde cerebrali attraverso elettrodi posizionati sulla testa del paziente. A differenza del biofeedback generale, che può coinvolgere una varietà di segnali fisiologici come frequenza cardiaca e tensione muscolare, il neurofeedback si focalizza specificamente sull’attività elettrica del cervello.
01. Rilevazione
Durante una sessione di neurofeedback, il paziente è collegato a un dispositivo EEG che registra le onde cerebrali.
02. Feedback
Attraverso un processo di feedback visivo o udibile, il paziente riceve informazioni istantanee sull’attività del suo cervello.
03. Apprendimento Neuroregolativo
In questa fase, il focus è sull’insegnare al cervello a regolare autonomamente le proprie onde cerebrali per raggiungere uno stato di equilibrio e ottimalità attraverso il feedback visivo o udibile.
Cosa trattare con il Neurofeedback
Il neurofeedback può essere utilizzato per trattare una varietà di condizioni e sintomi legati all’attività cerebrale.
Disturbi specifici dell'apprendimento (DSA)
I DSA sono disturbi del neurosviluppo che influenzano la capacità di acquisire, organizzare, memorizzare, elaborare o utilizzare informazioni verbali o non verbali (disgrafia, dislessia, disortografia, discalculia). Sono condizioni neurobiologiche e non il risultato di deficit di intelligenza o sensoriale né di problemi psicologici o ambientali. La ricerca scientifica ha evidenziato nei soggetti DSA frequenze delle onde cerebrali diverse rispetto a chi non affetto da questo disturbo. Il training di neurofeedback aiuta a modulare tali frequenze nonché l’arousal, con conseguente miglioramento della performance.
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
L’ADHD, noto come DDAI in italiano, è un disturbo neurobiologico associato a disfunzioni cerebrali e squilibri neurotrasmettitoriali. Le persone con ADHD mostrano difficoltà nel controllare l’attivazione di specifiche aree cerebrali, contribuendo a pensieri distratti e a una mente vagante. Questo squilibrio può influire sull’attenzione, il comportamento e le emozioni. Il neurofeedback training mira a mitigare questi sintomi, addestrando la persona a regolare le onde cerebrali, in particolare riducendo le onde lente associate alla disattenzione e aumentando quelle correlate all’inibizione motoria per ridurre i sintomi di iperattività.
Declino cognitivo
Il neurofeedback si presenta come una promettente risorsa nel contrastare gli effetti del declino cognitivo legato all’età tra gli anziani. Inoltre, questa tecnica ha dimostrato applicazioni significative nella riabilitazione post-ictus, traumi cranici o lesioni della corteccia cerebrale. In particolare, in situazioni di perdita di sostanza grigia, il neurofeedback può stimolare la funzionalità delle aree circostanti, offrendo un potenziale miglioramento.
Depressione
La depressione è un disturbo mentale caratterizzato da una persistente sensazione di tristezza, perdita di interesse nelle attività quotidiane e sentimenti eccessivi di autosvalutazione e colpa. Ricerche scientifiche indicano il ruolo chiave del lobo frontale sinistro per le emozioni e i ricordi positivi, mentre l’emisfero destro è coinvolto nelle emozioni negative. Individui con depressione manifestano alterazioni nell’attività cerebrale, e il neurofeedback training mira a ripristinarla, portando a una riduzione dei sintomi depressivi.
Ansia
L’ansia è una condizione psichica caratterizzata da intensa preoccupazione o paura per stimoli o eventi futuri, manifestandosi con sintomi fisiologici e tensione psicofisica. Il neurofeedback training, attraverso la modulazione dell’attività neurale associata ai sintomi dell’ansia, facilita l’autoregolazione. Questo processo aiuta la persona a interpretare in modo più razionale i segnali provenienti dal proprio corpo, promuovendo una gestione più efficace dell’ansia.
Performance cognitive
Il potenziamento cognitivo mira a rafforzare le abilità mentali, e specifici protocolli di Neurofeedback hanno dimostrato efficacia in diverse fasce d’età, dai giovani agli adulti e agli anziani. Questo approccio sfrutta la logica delle associazioni neurali: identificando i correlati neurali associati a stati o comportamenti ottimali, il soggetto può migliorare le proprie prestazioni allenandosi a raggiungerli.
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